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Reading di presentazione di "Una donna e altre fontane" (Una
mujer y otras fuentes") di Antonella Barina, prefazione di
Devana, poesie storiche dell'autrice cantate e musicate da
Monica Giori, Festival delle Arti, Ex Convento SS.Cosma e
Damiano, Giudecca, Venezia, 6 settembre 2017 |
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Traduzione in spagnolo di Mita Barina Silvestri |
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Presentazione di Devana - Antonella, amata sorella, si avvicina alle parole come una
sciamana si avvicina a un luogo sacro della natura: chiede il permesso, ne riconosce il potere, fa
un'offerta e poi officia la cerimonia.
Le parole nelle sue mani diventano il suono del tamburo e delle maracas, cullano l'anima e la
riconducono a un tempo in cui il significato non era importante, però sì lo era l'evocazione che i
suoni operavano.
Ogni parola è strumento di potere. Il suo suono è vibrazione, è guarigione, è creazione. Quindi
usare le parole, comporle, equivale a recitare preghiere, che vanno dritte al segno….
Antonella, amata sorella, lo sa fare. |
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Presentación de Devana - Antonella, querida hermana, se acerca a las palabras como una
chamána se aproxima a un lugar sagrado de la naturaleza: le pide permiso, reconoce su poder,
hace una ofrenda y luego oficia la ceremonia.
Las palabras en sus manos se convierten en el sonido de los tambores y de las maracas, acunan
el alma y dla llevan a un tiempo en que el significado no era importante, sino la evocación que
los sonidos operaban.
Cada palabra es un instrumento de poder. Su sonido es vibración, es sanación, es creación. Por
lo tanto las palabras, componerlas, es como decir oraciones, que van directamente a la señal ....
Antonella, querida hermana, sabe cómo hacerlo. |
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STORIA DI DIKE1 |
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(1991)
(Guerra del Golfo, 1991. Era, la Terra, invoca Dike, la Dea greca della giustizia che per le guerre
degli uomini ha abbandonato il mondo ritirandosi sul monte e diventando una stella) |
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I |
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Nel respiro che percorre ciò che vive
Nella pelle della mia schiena
Nella luce della mia mattina
Nel capriccio della mia notte
Io sento una nota stonata
Una ferita aperta
nel mio corpo
pulsa di vermi umani
In spregio alla mia interezza
lordano la sabbia
di fumo e fiamme
Avvelenano fiumi e mari
Dannano l'aria |
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II |
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E la Dea che ha creato l'universo
è diventata un dio
La Dea che ha partorito gli altri dei
è diventata un dio
La Dea che ha generato
donne e uomini |
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1 Da "Materno Ancestrale", in "Per un Teatro del Vedere – percorso drammaturgico 1990-1995", Provincia di Venezia,
1997; in "Inconosciuta", Edizione dell'Autrice n.6, Venezia, 2006; in "ARIA – Il prezzo della poesia", Panda Edizioni,
Padova, 2013 ecc. |
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è diventata un dio
Chiuso nei templi
a generare la guerra
Vieni, Dike
Figlia e sorella
Me stessa
Vieni |
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III |
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Inconosciuta
che stai dietro la nostra memoria
Scritta nel rovescio delle palpebre
Nelle venature delle foglie
Non è che un istante
nella storia delle stelle
il tempo in cui l'orrore
deve essere consumato
Tempo vi sarà
per il nostro ritorno
Tempo è venuto
che le nostre parole
siano ascoltate |
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Antonella Barina |
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HISTORIA DE DIKE |
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(Era, la Tierra, invoca Dike, la Diosa griega de la justicia
que debido a las guerras de los hombres
ha abandonado el mundo
retirándose en la montaña y convirtiéndose en una estrella.
Guerra del Golfo, 1991) |
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I |
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En el aliento que está en lo que vive
En la piel de mi espalda
En la luz de mi mañana
En el capricho de mi noche |
Yo oigo una nota desafinada
Una herida abierta
en mi cuerpo
late de gusanos humanos
Con desprecio a mi integridad
deshonran la arena
con humo y llamas
Envenenan ríos y mares
Maldicen el aire |
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II |
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Y la Diosa que creó el universo
ha sido sustituida por un dios
La Diosa que dio a la luz los otros dioses
ha sido sustituida por un dios
La Diosa que generó
las mujeres y los hombres
ha sido reemplazada por un dios
Cerrado en los templos
para generar la guerra
Ven, Dike
Hija y hermana
Mi misma
Ven |
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III |
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Inconocida²
que estás detrás de nuestra memoria
Escrita en el reverso de los párpados
En las venas de las hojas
No es que un segundo
en la historia de las estrellas
el tiempo en que el horror
debe ser consumido
Habrá tiempo
para nuestro regreso
El tiempo ha llegado |
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2 Ni siquiera en Italiano existe "inconocida", pero esta es la unica manera de expresar lo que se sabe pero no se sabe
de saber |
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que nuestras palabras
sean escuchadas |
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Antonella Barina |
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[...] Vide le donne e le ragazze che andavano al mercato, sostò presso la fontana, osservando i
mercanti di pesce e le loro donne vigorose, mentre offrivano in vendita e decantavano la loro
merce, mentre estraevano dai loro tini i pesci freddi e argentei, alcuni dei quali s'arrendevano
quieti alla morte, con la bocca dolorosamente aperta e gli occhi d'oro fissi in un'espressione
d'angoscia, altri invece, lo prendeva si ribellavano furenti e disperati. Come già tante volte, lo
prendeva una viva compassione per quelle bestie e una triste indignazione contro gli uomini;
perché questi erano ottusi e rozzi e inconcepibilmente stolti e miopi, perché tutti quanti non
vedevano nulla, né i pescatori né le pescivendole né i compratori che tiravan sul prezzo; perché
non vedevano quelle bocche, quegli occhi spaventati a morte e quelle code che si dibattevano
violentemente, non vedevano quella tremenda lotta disperata e vana [...] che importava se un
povero grazioso animale s'irrigidiva sotto i loro occhi, o se un maestro rendeva visibile in un
volto santo tutta la speranza, tutta la nobiltà, tutto il dolore e tutta la cupa, stringente angoscia
della vita umana, fino a darne un brivido? Tutti erano soddisfatti o affaccendati, avevano
interesse, avevano fretta, gridavano, ride, tutti erano in regolavano, ruttavano in faccia, facevan
chiasso, facevan dello spirito, urlavano per due soldi, e tutti stavano bene, tutti erano in regola,
soddisfattissimi di sé e del mondo. [...] |
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(da Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro, selezione di Simonetta Borrelli) |
www.realtano.it |
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Mia
Sei stata solo luce.
Candida rosa dal nero
mantello di seta
hai profumato la mia vita
hai colorato i miei giorni
hai regalato allegria
giochi
bellezza,
gioia,
amore infinito. |
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Sei stata solo luce
ed ora le stanze sono così vuote
ed in un grido muto
piangono la tua assenza
mio amore dolce
mia gioia
mio raggio di sole
mia piccola bimba perduta.
Struggente il ricordo
dell'ultimo abbraccio.
Tutto di te ormai inerte
solo gli occhi erano vivi,
i tuoi splendidi occhi di giada.
Mille lacrime tenendoti stretta
nell'ultimo addio
piano
per non farti male.
Così esile il tuo respiro
il tuo piccolo corpo adorato ... |
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Mia,
amore mio dolce
guardami ora
dai prati del cielo. |
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Anna Lozza |
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Poesia, FB, https://www.facebook.com/annamaria53velibero.it/posts/2376904599200367 |
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"Remare", racconto e opera grafica di Fauve (Martina Claudia Selva)
in Prizma Rivista @ Prizmatismo |
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Letto nel corso del reading da Antonella Barina |
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https://martinaclaudiaselva.wordpress.com/portfolio/senza-titolo/
https://prizmarivista.com/ |
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(foto di Anna Lozza e Simonetta Borrelli) |
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